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Sardi del Verbano Cusio Ossola,unità di spirito e di identità
Weekend di ospitalità, di incontro e di condivisione per i Sardi del Verbano Cusio Ossola gli scorsi Sabato 4 e Domenica 5 Dicembre 2010.
Due giorni di festa che, organizzati dalla locale associazione “Costantino Nivola” in collaborazione con il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, hanno avuto come luogo-base Domodossola ed il vicino abitato di Premosello Chiovenda.
Guest-star delle relative manifestazioni è stato, per il secondo anno consecutivo, il “Coro de Tzaramonte”, proveniente da Chiaramonti (Sassari), vero e proprio soggetto catalizzatore della comunità isolana che vive in questo estremo lembo d’Italia ai confini con la Svizzera. Una presenza che ha trovato la sua ragione d’essere nelle caratteristiche dei Sardi che abitano la Valle dell’Ossola, molti dei quali in servizio tra le forze dell’ordine o pubblici dipendenti alla frontiera, nei posti di dogana.
La devozione per San Matteo, in particolare, patrono della Guardia di Finanza e, in provvidenziale analogia, del centro dell’Anglona, è diventata il trade-union per richiamare ancora una volta la corale di Chiaramonti, diretta dal M°Salvatore Moraccini e formata da dodici “Apostoli della Confraternita di Santa Croce”, le cui voci hanno decorato i riti religiosi che si sono celebrati nella due giorni in mezzo alle Alpi.
Ospitalità che, come si menzionava in principio, è stata anche occasione di incontro, come nel corso della giornata di sabato, presso la parrocchia di Sant’Antonio della Cappucina, a Domodossola, ove il sig. Stefano Mura, dopo oltre cinquant’anni, ha avuto modo di incontrare sorella Anna Rita Manca, sua compagna di scuola d’infanzia a Ghilarza (Oristano) ed oggi consacrata nell’Ordine Francescano, reciprocamente inconsapevoli di essere da diversi anni entrambi “comuni” e vicini abitanti nell’Ossolano.
La domenica, nella parrocchiale di Premosello Chiovenda, i canti della tradizione religiosa di Sardegna sono stati riproposti nelle loro antiche e suggestive melodie nel corso della celebrazione eucaristica. Sintonie ed emozioni musicali capaci di suscitare il gradimento e la commozione dei presenti, alcuni dei quali colti da un evidente entusiasmo tale da far esclamare i commenti tipici dei “semplici” di evangelica memoria, esemplari e schietti nel loro candore: «sono bellissimi questi canti in Sardo, una Lingua Italiana che, ahimé, non conosco!».
Un’unità di spirito e di identità, diverse ma italiane, proseguita alla fine di ciascun rito religioso, quando hanno avuto luogo i rinfreschi a libero ingresso, ove le voci sarde, i prodotti dell’arte culinaria isolana e le donne in costume ossolano hanno costituito il complessivo emblema tangibile di queste giornate di reciproca condivisione.
Roberto Tuveri
Clicca qui per una breve fotogallery sul sito “Su Nuraghe - Circolo culturale sardo di Biella”.
Domodossola: due giorni di Festa al «Costantino Nivola»
Sabato 4 e domenica 5 dicembre 2010, due giorni di festa a Domodossola, grazie all’Associazione dei Sardi del Verbano Cusio Ossola che fan capo al Circolo “Costantino Nivola”. La manifestazione, organizzata in collaborazione con il Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella, vedrà, per il secondo anno consecutivo, il “Coro de Tzaramonte”, di Chiaramonti (Sassari)fare da catalizzatore della comunità isolana che vive in questo estremo lembo d’Italia, ai confini con la Confederazione Svizzera.
Tra i Sardo-ossolani, infatti, molti sono pubblici dipendenti che prestano servizio nei posti di dogana, alla frontiera e tra le forze dell’ordine. La scelta di richiamare la corale proveniente dall’Anglona, è dovuta a San Matteo, Patrono sia di Chiaramonti che della Guardia di Finanza. La festa dei Sardi diviene così, la festa di quanti vivono lontano dalla loro terra di origine, riuniti sotto la protezione dell’Apostolo Matteo.
Il coro di Chiaramonti, è formato dagli “Apostoli della Confraterniata di santa Croce” che nella passata edizione ha decorato i riti religiosi ossolani che si sono celebrati nella chiesa della Collegiata, intonando canti della tradizione religiosa di Sardegna, riproponendo antiche suggestive melodie.
Quest’anno, durante la due giorni di festa verranno celebrate due Sante Messe, una vespertina, sabato 4 dicembre, alle ore 17, presso la Parrocchia Sant’Antonio della Cappucina, a Domodossola e un’altra il giorno successivo, domenica 5 dicembre, alle ore 10, presso la Chiesa parrocchiale di Premosello Chiovenda. Alla fine di ciascun rito religioso è previsto un rinfresco con prodotti sardi a cui possono tutti partecipare.
Giovanni Usai
Cantigos de sos Tres Res
L’Associazione Culturale Coro “Boghes e Ammentos” di Ittiri il 27 Dicembre organiza la VII° Rassegna denominata “Cantigos de sos tres Res”; la manifestazione iniziera alle ore 19:00 partendo o dal piazzale antistante la chiesa San Francesco oppure all’inizio della piazza del Comune (Santa Rughe ), proseguirà in Corso Vittorio Emanuele verso l’ incrocio con via Marconi si concludera l’itinerante con 3-4-5 fermate d ‘intrattenimento con canti e balli al termine in parata si procede per via XXV Luglio diretti verso Il Teatro Comunale dove verso le ore 21 si iniziera lo spettacolo conclusivo da parte degli ospiti presenti che ci faranno compagnia. Insieme a noi Del Coro Boghes e Ammentos di Ittiri, ci saranno gli amici Del Coro Ortobene di Nuoro diretto dal grande Alessandro Catte, gli amici del Coro Maurizio Carta di Oristano, i nostri amici e vicini di casa il Gruppo Folk San Giorgio di Usini, gli amici del Gruppo San Lussorio di Borore e i nostri amici del Coro de Tzaramonte di Chiaramonti diretti dal M° Salvatore Moraccini.
L’Associazione Culturale Coro “Boghes e Ammentos” con la Rassegna “Cantigos de sos Tres Res”; Manifestazione di canti e balli itineranti,intende far conoscere e rivivere quella che era una pratica diffusa nella nostra comunità, durante le festività natalizie. In quel periodo infatti, persone che appartenevano alle famiglie più povere, andavano di casa in casa chiedendo del cibo, vestiario o quanto potesse essere loro utile, dal momento che si trattava di persone poverissime che vivevano in condizioni di disagio. Questa particolare “questua” si svolgeva proprio durante le festività natalizie e più precisamente dal 25 Dicembre, giorno della Natività, al 6 Gennaio, momento d’incontro fra i Magi e Gesù. Come mai in questo periodo? Occorre a tal fine considerare una delle caratteristiche del popolo sardo: l’orgoglio che lo identifica. Ciò faceva sì che l’indigente, pur trovandosi in condizioni di disagio non osava chiedere l’elemosina, ”pedire”, perchè ciò sarebbe stato estremamente umiliante e disonorevole. Ma durante il periodo natalizio, approfittando del fatto che le persone si mostrano più buone e disponibili, si iniziò pian piano a recarsi nelle case di più abbienti a raccogliere ciò che veniva donato, offrendo in cambio una benedizione, dei saluti un augurio senza il timore di venire considerati o definiti mendicanti, “pedidores”. Col passare del tempo una tale pratica, assume via via maggiori connotati di costume: all’aspetto che ne aveva dato il via, si vennero ad assimilare tutte quelle manifestazioni di gioia e festa che caratterizzano ancora oggi la Sardegna, e cioè i canti e balli improvvisati per le strade per accompagnare quasi il corso delle feste natalizie, e simbolicamente la cometa che richiama i Magi e ne guida la via sino all’incontro con Gesù. Attualmente si è perso l’uso di questa antica tradizione di cui è rimasto solo il tratto conclusivo come a Ittiri, e in alcuni centri del Logudoro, si usa infatti ricordare l’arrivo dei Magi nella notte tra il 5 e il 6 Gennaio (Epifania), con gruppi di cantori che si recano nelle case proponendo i canti tradizionali propri del periodo Natalizio che si sono conservati sino ai giorni nostri, al termine dei quali viene offerto a tutti da mangiare e da bere, in modo da salutare cosi tutti insieme le feste che se ne vanno.
Nostri video
Altri video su YouTube ai seguenti link:
http://www.youtube.com/watch?v=bbEqEVl5CCU
http://www.youtube.com/watch?v=YUw47lJxSYA
http://www.youtube.com/watch?v=P7coXyLtLv0
http://www.youtube.com/watch?v=N-m30BF28Ow
http://www.youtube.com/watch?v=b3y9z3tPAhM
http://www.youtube.com/watch?v=yZe195qzzss
http://www.youtube.com/watch?v=WKf8pwTKXWA
Ringraziamo gli amici di Domodossola per l’ospitalità ricevuta.
Numerosa la presenza di fedeli nella collegiata di Domodossola, per seguire la Santa Messa accompagnata dai nostri canti religiosi tradizionali. Quando si canta, si prega due volte e Don Davide Gheza ha apprezzato tantissimo pur non capendo le parole, l’armonia sprigionata dalle voci del “Coro de Tzaramonte”. Il coro è stato ospite del Circolo sardo intitolato a Costantino Nivola, noto scultore apprezzato in tutto il mondo per le sue opere, ma purtroppo poco conosciuto nella sua terra.
Bisogna doverosamente spendere qualche riga per la Cattedrale dove ci è stata data la possibilità di cantare.
La collegiata di Domodossola sembra sia stata eretta prima dell’anno mille a ridosso delle mura del castello medioevale. Questa struttura fu demolita fra il 1450 e il 1460 per consentire l’ampliamento delle fortificazioni cittadine e la chiesa venne collocata nella sua attuale posizione. L’aspetto attuale deriva da tutta una serie di ristrutturazioni ed interventi; l’ultimo rifacimento generale è stato eseguito fra il 1793 e il 1812 su progetto dell’architetto Matteo Zucchi. La facciata fu invece completata solo nel 1954 su committenza dell’arciprete Luigi Pellanda. Sulla facciata è stato mantenuto il portale antico, terminato nel 1659, molto bello con copertura in piode e adornato da affreschi attribuiti a Fermo Stella da Caravaggio. Questo portale è stato anche dichiarato monumento nazionale.
L’interno della chiesa è composto da tre navate su 52 colonne. Il pavimento attuale in mosaico è stato posato nei primi anni del 900 in sostituzione del precedente in lastre di beola.
Naturalmente dopo la funzione non poteva mancare una grande festa sarda e un immenso pranzo, che per il numero delle portate si è protratto sino al tardo pomeriggio.
La sera precedente dopo il nostro arrivo, siamo stati subito invitati dopo esserci sistemati nell’hotel, a visitare la sede del circolo, prima della cena consumata in un locale non molto distante, ma sempre gestito da nostri conterranei.
Come al solito abbiamo cantato in ambedue posti per dimostrare la nostra gratitudine, verso chi si è impegnato per rendere gradevole il nostro soggiorno nei due giorni di permanenza.
Vogliamo personalmente ringraziare Erminio e Pietro per l’amicizia dimostrata.