Archivi per la categoria ‘Eventi Coro de Tzaramonte’

PostHeaderIcon La messa cantata in onore di San Matteo nella Chiesa Parrocchiale di Preglia, frazione del Comune di Crevoladossola

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PostHeaderIcon Costumes e costumanzias de sa provincia ‘e Thathari - Prima sfilata di costumi tradizionali e dei comuni della provincia di Sassari

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PostHeaderIcon Fogos de Santu Juanne in Tzaramonte 23 de Lampadas 2012 - Tradizionali fuochi di San Giovanni 23 giugno 2012

Sapadu sera, a sas otto e mesa (20:30) in Piatta e s’istradone, su Coro de Tzaramonte e su Gruppu Folk Santu Mateu, dà su bandu chi, pro chi hat piaghere de sighire sos traditzionales fogos de Santu Juanne torrados in usu dae s’annu passadu e chi mancaiana in bidda annos meda, nos incaminamus umpare pro faghere unu giru de sa idda ballende e cantende in tundu a sos fogos preparados in Sas Rocchittas, in Litu, in Piatta e s’Istradone e concluende in Piatta ‘e Santu Juanne inue su fogu ada essere in usu finu a tardu pro sos fittianos chi cheren brincare.

Setzis tottu invitados a bennere e a bos unire in canto e ballos, e de sicuru a brincare su fogu cun chie disitzades compare o comare de “fogarone”.

Sa serada ada continuare cun sa presenzia de s’iscola de ballu “Dancing Fly”.

Ringratzio a tottu.

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Sabato sera, alle 20:30 in Piazza Repubblica, il Coro de Tzaramonte e il Gruppo Folk Santu Mateu, invita quanti vogliano seguirci nei tradizionali “Fogos de Santu Juanne” rivisitati dopo diversi anni e, ritrovarci insieme per seguire un percorso itinerante nelle vie del paese con canti, balli e “Fogos” in alcuni punti: Sas Rocchittas (nei pressi di via G.Falchi), in Litu (via Grazia Deledda), Piatta e s’Istradone (Piazza Repubblica) e punto finale Piatta ‘e Santu Juanne (Piazza della Costituzione) dove il fuoco persisterà fino a tarda notte per chi desidera provare il tradizionale salto.

Siete tutti invitati a partecipare uniti con canti e balli e, sicuramente a unirvi con chi più desiderate come compari o comari de “fogarone”.

La serata continua e sarà ulteriolmente allietata dalla scuola di ballo “Dancing Fly”.

Grazie a tutti.

PostHeaderIcon Domenica 31 luglio 2011, ricca di attività per il Coro ….

In mare il "Signore degli abissi" - La Nuova Sardegna 02.08.2011

La Festa dei nonni 2011 - Porto torres - La Nuova Sardegna 02.08.2011

PostHeaderIcon Ricordati domenica scorsa quattro minatori morti nelle miniere d’oro a Pestarena di Macugnaga. Tre di loro erano sardi.

Si è celebrato il cinquantesimo anniversario dell’incidente accaduto il 13 febbraio del 1961, nelle miniere d’oro di Pestarena in Valle Anzasca, provincia del Verbano Cusio Ossola a quattro minatori che persero la vita in un’esplosione mentre preparavano nelle viscere del Monte Rosa le cariche che avrebbero consentito l’avvanzare dei cunicoli sotterranei. I minatori erano un Bergamasco, Giovanni Offredi nato a Taleggio (BG) il 31.12.1908 e tre sardi, Salvatore Puddu nato a Seui (NU) il 29.01.1940, Antonio Argiolas nato a Villanovatulo (CA) il 04.07.1937 e Vito Utzeri nato a Muravera (CA) il 13.12.1902.

Negli anni bellici della Seconda Guerra Mondiale, le miniere di Pestarena garantirono a molti uomini l’esonero della chiamata alle armi, in cambio del lavoro nelle viscere del Monte Rosa. Dopo la fine della Grande Guerra e prima del boom economico di quegli anni, il lavoro nelle miniere d’oro della Valle Anzasca attirava numerosi lavoratori da diverse regioni d’Italia. Sono lunghe le liste dei cavatori, Veneti, Siciliani, Piemontesi e Sardi. Tutti lasciavano terra natia e affetti, per cercare pane e lavoro, così anche molti minatori del Sulcis-Iglesiente, furono costretti ad emigrare perchè le miniere di carbone in Sardegna chiudevano.

Pestarena arrivò a contare molte centinaia di lavoratori, tanti si erano portati dietro anche la famiglia, altri se la sono fatta nel posto. Era un centro industriale di prim’ordine. Un paese dove oltre al pane si assaporava la polvere della miniera, altro flagello che ha quasi cancellato una generazione di uomini che non superavano i 40 anni per via della silicosi. Tutta gente umile e spesso povera. Onesti lavoratori arrivati lassu e catapultati nella pancia del Monte Rosa.

L’incidente del 13 febbraio 1961 fù il pretesto definitivo per l’Ammi, Azienda Statale che faceva capo al Ministero dell’Industria e al Ministero delle partecipazioni statali, per chiudere le miniere d’oro di Pestarena, decretando la disperazione di molte famiglie che di colpo si ritrovarono senza lavoro. Eppure, vecchi minatori e i carotaggi effettuati durante gli ultimi anni di apertura da parte di tecnici sudafricani, affermarono che l’oro c’è ancora ed è in quantità rilevante, ma è giù nelle profondità della terra dove il paese affonda le sue radici.

Cinquant’anni dopo l’incidente, per “non dimenticare Pestarena” l’Associazione “Figli della miniera” ha organizzato una giornata in memoria dei minatori deceduti nell’incidente al Ribasso Morghen di Campioli. Alle 14:30, il parroco don Maurizio Medali ha celebrato la Santa Messa animata dal “Coro de Tzaramonte“, poi dopo una breve preghiera nel “cimitero del ricordo“, nella piazza si è officiata la benedizione e lo scoprimento di una targa commemorativa, alla presenza di Giovanna Boldini, sindaco di Macugnaga, Livio Tabachi, sindaco di Ceppo Morelli e l’On. Valter Zanetta.

Al pomeriggio commemorativo hanno partecipato il Coro de Tzaramonte, eseguendo durante la funzione religiosa i canti tradizionali e successivamente nella piazza alcuni canti di repertorio tradizionale sardo, omaggio ai caduti in miniera voluto dal presidente del circolo sardo “Costantino Nivola” di Domodossola. Ha presenziato alla cerimonia anche la Banda Musicale di Ceppo Morelli.

Per dovere di cronaca voglio anche trascrivere la bella poesia scritta dal poeta Valerio B. Cantamessi eclusivamente per i “figli della miniera” per Pestarena e la sua gente:

Il canto della Madre Terra (Pestarena)

Madre,
quel triste tuo canto
sorvola gli immobili abeti
avvolge e ghermisce ogni cosa
rimbomba oltre i picchi del Rosa
quassù, tra i compagni quieti
sui visi trafitti dal pianto

scolora le lacrime asciutte
condanna la vita stroncata
trafigge la persa fortuna.
Appesi alle falci di luna
guardiamo la valle dorata,
noi vite che furon distrutte

noi visi anneriti, la schiena
piegata, contorra alla terrra
violata da mani spezzate
non pace, non voli di fate
coi picchi e le pale la guerra
facemmo alla tua Pestanera.

Ma Madre,
nel buio silente
se mai tu potrai perdonare
l’averti in profondo trafitta
se infine alla nostra sconfitta
vorrai con dolcezza ridare
l’orgoglio dell’umile gente

allora le note contorte
del canto che avvolge ogni cosa
saranno armonia della vita
chèmai noi ti abbiamo tradita
ma ancor tra le braccia del Rosa
cantiamo il tuo canto di morte.

Valerio B. Cantamessi

PostHeaderIcon Cantigos de coros 2010 - Sesta edizione

Cantigos de coros - Sesta edizione

PostHeaderIcon Sardi del Verbano Cusio Ossola,unità di spirito e di identità

Coro a PremoselloWeekend di ospitalità, di incontro e di condivisione per i Sardi del Verbano Cusio Ossola gli scorsi Sabato 4 e Domenica 5 Dicembre 2010.

Due giorni di festa che, organizzati dalla locale associazione “Costantino Nivola” in collaborazione con il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, hanno avuto come luogo-base Domodossola ed il vicino abitato di Premosello Chiovenda.

Guest-star delle relative manifestazioni è stato, per il secondo anno consecutivo, il “Coro de Tzaramonte”, proveniente da Chiaramonti (Sassari), vero e proprio soggetto catalizzatore della comunità isolana che vive in questo estremo lembo d’Italia ai confini con la Svizzera. Una presenza che ha trovato la sua ragione d’essere nelle caratteristiche dei Sardi che  abitano la Valle dell’Ossola, molti dei quali in servizio tra le forze dell’ordine o pubblici dipendenti alla frontiera, nei posti di dogana.

La devozione per San Matteo, in particolare, patrono della Guardia di Finanza e, in provvidenziale analogia, del centro dell’Anglona, è diventata il trade-union per richiamare ancora  una volta la corale di Chiaramonti, diretta dal M°Salvatore Moraccini e formata da dodici “Apostoli della Confraternita di Santa Croce”, le cui voci hanno decorato i riti religiosi che si  sono celebrati nella due giorni in mezzo alle Alpi.

Ospitalità che, come si menzionava in principio, è stata anche occasione di incontro, come nel corso della giornata di sabato, presso la parrocchia di Sant’Antonio della Cappucina, a  Domodossola, ove il sig. Stefano Mura, dopo oltre cinquant’anni, ha avuto modo di incontrare sorella Anna Rita Manca, sua compagna di scuola d’infanzia a Ghilarza (Oristano) ed oggi  consacrata nell’Ordine Francescano, reciprocamente inconsapevoli di essere da diversi anni entrambi “comuni” e vicini abitanti nell’Ossolano.

La domenica, nella parrocchiale di Premosello Chiovenda, i canti della tradizione religiosa di Sardegna sono stati riproposti nelle loro antiche e suggestive melodie nel corso della  celebrazione eucaristica. Sintonie ed emozioni musicali capaci di suscitare il gradimento e la commozione dei presenti, alcuni dei quali colti da un evidente entusiasmo tale da far  esclamare i commenti tipici dei “semplici” di evangelica memoria, esemplari e schietti nel loro candore: «sono bellissimi questi canti in Sardo, una Lingua Italiana che, ahimé, non conosco!».

Un’unità di spirito e di identità, diverse ma italiane, proseguita alla fine di ciascun rito religioso, quando hanno avuto luogo i rinfreschi a libero ingresso, ove le voci sarde, i prodotti  dell’arte culinaria isolana e le donne in costume ossolano hanno costituito il complessivo emblema tangibile di queste giornate di reciproca condivisione.

Roberto Tuveri

Clicca qui per una breve fotogallery sul sito “Su Nuraghe - Circolo culturale sardo di Biella”.

PostHeaderIcon Domodossola: due giorni di Festa al «Costantino Nivola»

Sabato 4 e domenica 5 dicembre 2010, due giorni di festa a Domodossola, grazie all’Associazione dei Sardi del Verbano Cusio Ossola che fan capo al Circolo “Costantino Nivola”. La manifestazione, organizzata in collaborazione con il Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella, vedrà, per il secondo anno consecutivo, il “Coro de Tzaramonte”, di Chiaramonti (Sassari)fare da catalizzatore della comunità isolana che vive in questo estremo lembo d’Italia, ai confini con la Confederazione Svizzera.

Tra i Sardo-ossolani, infatti, molti sono pubblici dipendenti che prestano servizio nei posti di dogana, alla frontiera e tra le forze dell’ordine. La scelta di richiamare la corale proveniente dall’Anglona, è dovuta a San Matteo, Patrono sia di Chiaramonti che della Guardia di Finanza. La festa dei Sardi diviene così, la festa di quanti vivono lontano dalla loro terra di origine, riuniti sotto la protezione dell’Apostolo Matteo.

Il coro di Chiaramonti, è formato dagli “Apostoli della Confraterniata di santa Croce” che nella passata edizione ha decorato i riti religiosi ossolani che si sono celebrati nella chiesa  della Collegiata, intonando canti della tradizione religiosa di Sardegna, riproponendo antiche suggestive melodie.

Quest’anno, durante la due giorni di festa verranno celebrate due Sante Messe, una vespertina, sabato 4 dicembre, alle ore 17, presso la Parrocchia Sant’Antonio della Cappucina, a  Domodossola e un’altra il giorno successivo, domenica 5 dicembre, alle ore 10, presso la Chiesa parrocchiale di Premosello Chiovenda. Alla fine di ciascun rito religioso è previsto un rinfresco con prodotti sardi a cui possono tutti partecipare.

Giovanni Usai


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PostHeaderIcon Articolo del giornale locale ECO RISVEGLIO di Domodossola del 19.11.2009.

ECO RISVEGLIO